Conosciamo meglio i protagonisti della XXV edizione del Premio Internazionale Fair Play – Menarini.
Patrizio Oliva (nata il 28 gennaio 1959 a Napoli), da molti conosciuto con il soprannome di “Sparviero”, è un ex pugile italiano dall’eclettica carriera. Campione olimpico di pugilato durante i Giochi di Mosca del 1980, campione europeo EBU nei Superleggeri e nei Welter, nonché campione mondiale WBA nei Superleggeri, Oliva ha all’attivo numerose fortunate esperienze nel mondo dello spettacolo come attore, cantante, commentatore televisivo e scrittore. La sua versatilità, unita ai meriti sportivi, lo porta oggi a vincere il Premio Fair Play -Menarini nella categoria “Sport e vita”.
Nato a Napoli, nel quartiere popolare di Poggioreale, in una famiglia molto numerosa, Oliva si appassiona alla boxe in tenera età, seguendo la passione del fratello Mario, pugile dilettante. Ma è per un senso di rivalsa nei confronti dell’emarginazione a cui è costretto che, a soli 11 anni, inizia a praticare pugilato nella palestra Fulgor, situata nei Quartieri Spagnoli di Napoli. È il 1976 quando, a Torino, diventa campione italiano dilettanti nei Pesi piuma: un traguardo che lo sprona, portandolo a laurearsi nel 1977 e nel 1978, campione d’Italia anche nei Leggeri. Nello stesso anno, a Dublino, vince la medaglia d’oro nei Leggeri ai Campionati europei Juniores, ed entra a far parte del Gruppo Sportivo Carabinieri. Nel 1979, uno scandaloso verdetto, favorevole al sovietico Konakbayev, lo priva del titolo europeo nei Superleggeri, costringendolo ad accontentarsi della medaglia d’argento. Si rifà, tuttavia, alle Olimpiadi di Mosca del 1980, sempre nei Superleggeri: qui, in finale, compie l’impresa battendosi nuovamente con il sovietico Konakbayev, in territorio nemico e con tutto il pubblico contro. In particolar modo, la terza e ultima ripresa viene ancora considerata un vero capolavoro tattico capace di far saltare i più consolidati schemi pugilistici. Il napoletano vince così una medaglia d’oro olimpica che mancava all’Italia dal 1964, aggiudicandosi anche la Coppa Val Barker come miglior pugile dei Giochi, succedendo, nella categoria dei Leggeri, al grande Ray Sugar Leonard. Passa al professionismo immediatamente dopo le Olimpiadi, e dopo 13 incontri tutti vinti, conquista il titolo italiano nei Superleggeri, arrivando a collezionare, il 5 gennaio 1983, anche quello europeo.
Ancora imbattuto, l’ex campione olimpico ottiene la chance di combattere per il titolo mondiale WBA, il 15 marzo 1986 a Monaco, contro l’argentino di origine calabrese Ubaldo Sacco. Il match si rivela a senso unico, con il campione del mondo che attacca e lo sfidante che schiva e risponde con colpi secchi e precisi, spesso doppiati. Il verdetto è a favore dell’italiano che conquista la cintura di campione del mondo dei Superleggeri. Il titolo viene però ceduto già l’anno successivo, quando Oliva accetta la sfida del terribile colpitore argentino Coggi: nella terza ripresa, un micidiale sinistro dello sfidante centra la mascella del campione del mondo che crolla al tappeto. Rialzatosi, Oliva viene centrato da altri due sinistri che lo portano, nella caduta, a sublussarsi una spalla e a perdere, per la prima volta dal suo ingresso fra i professionisti, per KO. Rimasto inattivo fino al luglio del 1989, Oliva torna sul ring nella categoria superiore dei Welter. Dopo tre incontri di rodaggio, il 14 novembre 1990, decide di competere per il titolo di campione d’Europa contro l’esperto detentore britannico Kirkland Laing. Oliva controlla perfettamente il match tanto che l’unanime verdetto finale gli permette di indossare nuovamente la cintura europea. Appesi i guantoni al chiodo con un bilancio di 57 vittorie su 59 incontri disputati, Patrizio Oliva diventa commissario tecnico della Nazionale Olimpica, che guida ai Giochi di Atlanta e Sydney, nonché organizzatore di numerosi eventi pugilistici di portata internazionale. Attualmente è istruttore addetto alla formazione degli allenatori di pugilato per la Federazione mondiale AIBA.
Lo stile pugilistico di Oliva si è sempre fondato sull’agilità, sulla scherma e su quell’estrema velocità di spostamento che gli permetteva di cogliere l’attimo perfetto per sferrare il colpo. La sua regola principale era quella di evitare la rissa, usando il cervello. Un’intelligenza, la sua, che gli ha permesso di gestire egregiamente la propria carriera professionistica, combattuta quasi sempre in Italia al fine di evitare i ring asiatici e sudamericani, tradizionalmente ostici per i pugili europei. Dopo la sua prima sconfitta è rimasto saggiamente inattivo per due anni e, dopo la seconda, ha preferito ritirarsi rimanendo così sostanzialmente integro nel fisico.
Dotato di una buona intonazione vocale, nel febbraio 1988, Oliva pubblica un LP dal titolo “Resterò qui, un album che include 12 brani di cui due firmati dallo stesso Oliva. Nel settembre 2013 debutta come attore cinematografico nel film “Il Flauto” che lo vede interpretare il ruolo del protagonista. A teatro, esordisce invece qualche anno dopo, vestendo i panni di Pulcinella in una tournée nazionale. Nella primavera 2007 è uno dei concorrenti di “Notti sul ghiaccio”, talent show di RaiUno condotto da Milly Carlucci: durante la gara viene abbinato alla ballerina professionista Vanessa Giunchi, ma questo tandem non ottiene particolare fortuna e finisce per classificarsi solo al 10° posto. Nell’inverno 2015, Oliva concorre anche nella decima per gli incontri di pugilato delle Olimpiadi Rio. Nel 2019 recita nello spettacolo “Patrizio VS Oliva”, una pièce teatrale che è la trasposizione del suo libro autobiografico “Sparviero – La mia storia”.