SINISA MIHAJLOVIC PREMIATO NELLA CATEGORIA “SPORT E SALUTE”

MIHAJLOVIC Sinisa

Conosciamo meglio i protagonisti della XXV edizione del Premio Internazionale Fair Play – Menarini.

Sinisa Mihajlovic (nato il 20 febbraio 1969 a Vukovar), è un ex calciatore di ruolo centrocampista o difensore nonché attuale allenatore del Bologna, città della quale è anche cittadino onorario dal 2020. Serbo con cittadinanza italiana, nella sua carriera da giocatore ha vinto tre campionati jugoslavi, due scudetti italiano con Lazio e Inter, tre Supercoppe, quattro Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa intercontinentale con la maglia della Stella Rossa e una Supercoppa UEFA. Sedutosi, in veste di tecnico, sulle panchine di Fiorentina, Sampdoria, Milan e Sporting Lisbona, ha recentemente vinto la sua battaglia più importante: quella contro la leucemia.  A Mihajlovic viene, quindi, assegnato il premio nella categoria “Sport e salute”.

Nato in una famiglia della classe operaia, Mihajlovic cresce a  Borovo Naselje con il fratello minore, Dražen . Il padre Bogdan, morto nel 2011, è un camionista, mentre la madre Viktorija lavora in un calzaturificio. Dotato, fin da giovane, di un sinistro potente e preciso, è ritenuto uno dei maggiori specialisti della sua generazione nell’esecuzione di calci piazzati: una reputazione che si amplifica durante la sua militanza nelle file della Stella Rossa, allorché il suo tiro  diventa oggetto di studio di alcuni ricercatori del dipartimento di fisica della Università di Belgrado che ne stimano la velocità massima di 160 km/h. Con il suo arrivo in Italia, Mihajlovic perfeziona ulteriormente le proprie doti balistiche concentrandosi sulla precisione del tiro oltre che sulla potenza. In serie A, Mihajlovic realizza 28 reti su punizione, di cui 3 in una sola partita: si tratta di due record per il massimo campionato italiano, il primo dei quali calcolato a partire dal 1987, il secondo condiviso, invece, con Giuseppe Signori. Tra i “segreti” della sua abilità nei calci di punizione, Mihajlovic ha sempre annoverato la rincorsa breve che sorprende i portieri, la tendenza a usare diverse tecniche di tiro nonché l’insolita routine di esercizio con l’impiego di barriere artificiali poste a una distanza inferiore a quella prevista in partita.

Pur lasciando intuire qualità tecniche e fisiche di tutto rispetto, i suoi primi anni in Italia non lo vedono brillare per continuità né per senso tattico. Lo scenario tra le fila della Sampdoria: da centrocampista avanzato, il tecnico Eriksson lo schiera al centro della difesa, un decisivo cambio di ruolo che genera subito significativi miglioramenti al punto che, sul finire degli anni Novanta, Mihajlovic viene considerato  il più rappresentativo tra i giocatori jugoslavi, nonché uno dei migliori difensori nel panorama calcistico mondiale dell’epoca. Con la nazionale jugoslava prende parte al Mondiale 1998 e agli Europei del 2000 collezionando in totale 63 presenze e 9 reti.

Soprannominato Sergente per via del forte temperamento, è oggi un allenatore noto per la decisione e la severità con cui sprona i propri giocatori a dare il meglio di se stessi, oltre che per la tendenza a dare fiducia agli elementi più giovani della rosa. Il 21 maggio 2012 diventa anche il nuovo CT della nazionale serba, ma la mancata qualificazione ai Mondiali del 2014 lo porta, dopo soli 19 incontri ufficiali, a lasciarel’incarico per tornare ad allenare in Italia.

Da febbraio del 1995 è legato all’ex soubrette televisiva Arianna Rapaccioni, poi sposata nel luglio del 2005, con la quale ha avuto cinque figli: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dushan e Nicholas, oltre a Marko, nato nel 1993 da una precedente relazione. Il 13 luglio 2019 annuncia in conferenza stampa di aver contratto una forma di leucemia mieloide acuta, per la quale ha previamente deciso di sottoporsi a cure immediate. “Ho la leucemia e la batterò – dichiara;- lo farò per mia moglie, per la mia famiglia, per chi mi vuole bene. E’ una forma attaccabile, si può guarire. Non gioco mai per non perdere, sennò perdo. Così nel calcio, così nella vita. Ma ho bisogno dell’aiuto di tutti quelli che mi vogliono bene.”  A quasi due anni dalla scoperta della malattia, dopo specifiche terapie e un trapianto, Sinisa Mihajlovic, è riuscito a guarire, superando anche il Covid grazie all’amore della sua famiglia.