IL CALCIATORE JOSÈ ALTAFINI SI AGGIUDICA IL RICONOSCIMENTO “SPORT E VITA”

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Conosciamo meglio i protagonisti della XXIV edizione del Premio Internazionale Fair Play – Menarini.

Josè Altafini (nato il 24 luglio 1938 a San Paolo in Brasile), è un ex calciatore naturalizzato italiano, di ruolo attaccante. Ha fatto parte della Nazionale brasiliana con cui si è laureato campione del mondo nel 1958, e della Nazionale italiana dal 1961. Per anni conosciuto con il nome d’arte di Mazzola, per la sua somiglianza con il giocatore Valentino Mazzola, inizia la sua carriera a San Paolo per approdare, a soli vent’anni al Milan con cui vince due scudetti e la prima Coppa dei Campioni della storia rossonera. Complessivamente nella sua carriera italiana, ha segnato 216 reti in 459 gare di Serie A, posizionandosi inoltre al secondo posto, dopo Javier Zanetti, per presenze nella massima categoria, tra i calciatori non-nati in Italia. A lui il premio nella categoria “Sport e vita”.

Nato in una famiglia molto povera di italiani emigrati in Brasile, già all’eta di nove anni si divide tra scuola e lavoro conseguendo il diploma di meccanico in un istituto professionale. Nel luglio 1955 entra a far parte delle giovanili del Palmeiras, club degli italo-brasiliani di San Paolo in cui detiene ancora il record imbattuto di più giovane marcatore. Con la società biancoverde gioca due campionati dello stato di San Paolo segnando 85 gol in 114 partite, con una media di 0.74, che è tutt’ora la quinta più alta di tutta la storia del club. In vista dei Mondiali di Svezia, gioca e segna in alcune amichevoli di preparazione organizzate in Italia: in quest’occasione è visionato dai dirigenti del Milan che lo acquistano per 135 milioni di lire dell’epoca.

Approdato ai rossoneri ad appena vent’anni, conferma anche in Serie A le sue doti di cannoniere. Segna una quaterna (record tutt’ora imbattuto) in un derby milanese a favore dei rossoneri, e riserva lo stesso trattamento alla Juventus. Nel campionato 1961/62 vince la classifica dei marcatori contribuendo a rendere il Milan il primo club italiano ad aggiudicarsi una Coppa dei Campioni.  In quell’edizione, Altafini realizza ben 14 reti, un primato che resisterà fino all’edizione 2013-2014 quando verrà superato da Cristiano Ronaldo; e a portare la sua firma è anche la doppietta con la quale il Milan supera, in rimonta per 2-1, i portoghesi del Benfica nella finale di Londra. Nel 1965 lascia il Milan per trasferirsi a Napoli dove rimane per sette anni, formando fino al 1968 un “duo delle meraviglie” con il fantasista italo-argentino Omar Sivori. Il 31 dicembre 1967, in Napoli-Torino realizza, in rovesciata acrobatica, un “golaço” che manda in visibilio la tifoseria.

Nell’estate 1972, ormai trentaquattrenne, approda alla Juventus insieme al compagno di squadra Zoff. Nonostante la non più giovane età e, pur partendo dietro ai titolari dell’attacco bianconero, a Torino vince due scudetti da protagonista, risultando spesso risolutivo proprio al suo subentro dalla panchina: questa consuetudine arricchirà il linguaggio calcistico italiano del neologismo «alla Altafini», formula da allora usata per indicare l’impiego di calciatori ormai a fine carriera, ma ancora decisivi in brevi spezzoni di partita.

Chiusa la parentesi italiana, nel 1976 si accasa al Chiasso tra le fila del campionato svizzero di seconda divisione. Termina la carriera nel 1980, all’età di quarantadue anni e dopo venticinque anni di calcio professionistico, nel Mendrisio in seconda divisione. Inserito nel 2019 tra le “Leggende del calcio” del Golden Foot, a partire dagli anni Ottanta, Altafini lavora anche come commentatore televisivo e analista per le maggiori emittenti televisive. Nel 1981, insieme a Luigi Colombo, lancia per la prima volta in Italia la telecronaca a due voci in occasione della finale di Football League Cup tra il Liverpool e il West-Ham.