Conosciamo meglio i protagonisti della XXIII edizione del Premio Internazionale Fair Play – Menarini.
Zico (calciatore e allenatore brasiliano nato il 3 marzo 1953) è lo pseudonimo di Arthur Antunes Coimbra, soprannominato anche “O Galinho” (Il galletto). Dopo aver partecipato a diverse edizioni del Mondiale, ha poi fruttuosamente intrapreso la carriera di allenatore e dirigente calcistico. Eletto “calciatore sudamericano dell’anno” per ben tre volte (1977, 1981 e 1982), occupa ancora la nona posizione nella classifica dei migliori giocatori del XX secolo redatta da France Football, e la diciottesima posizione nella classifica dei 100 migliori giocatori del XX secolo redatta da World Soccer. In totale ha giocato 750 partite ufficiali segnando ben 516 gol.
In Brasile il suo nome è legato al Flamengo, squadra con la quale esordisce nel calcio professionistico nel 1967 e sulla quale fonda la sua carriera vincendo quattro campionati brasiliani, una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale, oltre a due titoli di capocannoniere per i 300 gol segnati. Nell’estate del 1983 si trasferisce all’Udinese, pagato dalla società friulana 8 miliardi di lire. La sua prima stagione si rivela eccellente: 19 reti gli valgono il secondo posto nella classifica dei marcatori e l’Udinese chiude la stagione al nono posto, a 4 punti dalla zona UEFA. Il secondo anno lo passa invece in sordina, con sole tre reti all’attivo e un infortunio che finisce per compromettergli la stagione. A fine anno Zico lascia l’Italia per tornare, dopo soli due anni, all’amato Flamengo. Nel 1991 si accasa al Sumitomo Metals con cui segna 26 reti in 31 gare. La sua ultima stagione la trascorre invece con i Kashima Antlers, squadra in cui realizza 15 reti in 24 partite chiudendo la sua poco più che ventennale carriera.
Con la Nazionale Brasiliana esordisce nel 1976, e partecipando a tre edizioni dei Mondiali (1978/1982/1986) giocando in maglia verdeoro 72 partite ufficiali e consacrandosi, con i suoi 52 gol, il quarto miglior marcatore di sempre della Nazionale brasiliana. Il 27 marzo 1989, allo Stadio Friuli di Udine, viene disputata la gara d’addio di Zico alla Nazionale brasiliana, con un match Brasile-Resto del Mondo.
Ritiratosi dalle competizioni, nel 1998 viene nominato vice e coordinatore tecnico di Mario Zagallo alla guida del Brasile. Dopo aver perso la finale del ‘98 contro la Francia, Zagallo e Zico vengono esonerati dal presidente federale. Nel 1999 allena i Kashima Antlers che porta, al di là di ogni pronostico, fino al secondo posto nel campionato giapponese. Dal 2002 al 2006 assume la guida della Nazionale di calcio giapponese, che conduce a una brillante vittoria nella Coppa d’Asia 2004 e poi alla qualificazione ai Mondiali 2006. Quell’anno viene ingaggiato dal Fenerbahçe vincendo subito il campionato turco. In Turchia porta anche il connazionale Roberto Carlos, nella speranza di aiutare la squadra a compiere un buon percorso nella Champions League 2007/2008: Il Fenerbahçe arriva però fino ai quarti di finale quando viene battuto dal Chelsea. Nel 2008 approda sulla panchina del Bunyodkor (campionato uzbeko) dove milita il suo connazionale ed ex Pallone d’Oro Rivaldo. Qui conquista il titolo con due giornate di anticipo rispetto alla fine del torneo, e raggiunge le semifinali nella Champions League asiatica centrando il miglior risultato nella storia del club.
Diviene poi allenatore dell’Olympiakos con cui conquista la qualificazione agli ottavi di finale dellaChampions 2009/2010, per poi essere ingaggiato come direttore tecnico dal Flamengo. Deciso a concludere la carriera di allenatore per stare più vicino alla sua famiglia, nel 2011 viene invece ingaggiato come commissario tecnico della Nazionale irachena, incarico da cui si dimette l’anno successivo. In seguito accetta la panchina dell‘Al Gharafa in Qatar, per poi passare alla guida del Goa in India. Nell’agosto 2018 Zico torna, dopo sedici anni, al Kashima Antlers come direttore tecnico.