A cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 si fa notare nel motorsport come uno dei più grandi kartisti di tutti i tempi. Debutta in F1 con la Minardi nel 1997: porta a casa due noni posti in Australia e in Argentina.
Il pilota pescarese viene chiamato dalla Prost per rimpiazzare il transalpino Olivier Panis e sorprende con il quarto posto in Germania (primi punti in carriera). Nell’ultimo GP disputato quell’anno riesce addirittura a stare in testa nei primi 37 giri dopo essere partito dalla seconda fila ma è costretto al ritiro a tredici tornate dalla fine per un’avaria al motore. Il trasferimento alla Jordan porta buoni risultati: il miglior piazzamento stagionale nel 2000 è un quarto posto in Brasile. Il 2002 è l’anno del trasferimento alla Renault: la prima stagione è caratterizzata da due quarti posti a Monte Carlo e in Italia e l’anno seguente riesce a salire sul podio in Germania. La migliore annata di Trulli in F1 – nel 2004 – è anche quella più complicata. Terzo in Spagna, diventa il secondo (e per il momento) ultimo pilota italiano della storia a vincere a Monte Carlo (circuito nel quale ottiene anche la prima pole position in carriera) e porta a casa una seconda pole position in Belgio. Dopo 15 Gran Premi è quarto nel Mondiale ma in seguito a contrasti con Flavio Briatore viene lasciato a piedi dal team. La prima stagione completa in F1 con la Toyota coincide con tre podi in quattro GP e con una pole position a Indianapolis. Trulli trova un sedile con la Lotus nel 2010.
Nel 2014 Jarno Trulli decide di tornare in pista come pilota e come proprietario di una scuderia che porta il suo nome nella prima edizione del campionato di Formula E destinato alle monoposto elettriche. Nella stagione 2015/2016 – quella nella quale Jarno annuncia il ritiro da pilota – la scuderia Trulli prende la licenza svizzera ma il team – dopo aver saltato le prime due corse stagionali – abbandona ufficialmente la serie.
Un pilota duro, arcigno, capace di difendere per tantissimi giri una posizione che la macchina sua non meritava. Sempre, però, con grande correttezza; quella dote che se fosse ancora viva in F1 avrebbe dato a Trulli una carriera ben diversa. Proprietario di un’azienda vinicola, la Castorani. Un tipo di vino prende il nome di Jarno. La passione l’ha sempre avuta, fin da quando era bambino. Poi ha pensato che poteva rendersi testimonial non solo di questo vino, ma di tutta la sua terra.
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