Conosciamo meglio i protagonisti della XXIII edizione del Premio Internazionale Fair Play – Menarini.
MANUEL BORTUZZO (nato a Trieste il 3 maggio 1999) è una giovane promessa del nuoto italiano. Un ragazzo sportivo, pieno di amici e amante del nuoto e delle corse in moto. Un giovane ventenne che, lo scorso 2 febbraio a Roma, nel quartiere residenziale Axa viene colpito dai proiettili sparati da due sconosciuti in scooter reduci da una rissa in un pub. Stileliberista solare e sognatore, Manuel non tornerà più a camminare, una triste consapevolezza che non gli ha però cancellato il sorriso dalle labbra. Con eccezionale determinazione è tornato a lavorare in vasca ed ora sogna le Paralimpiadi di Tokyo 2020.
Nato a Trieste, Manuel cresce nella città veneta di Treviso prima di trasferirsi a Roma per allenarsi ad Ostia con i campioni Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. “Nel 2017 ho dovuto combattere la mononucleosi, dopo dei buoni tempi che avevo fatto in vasca. E allora mi sono detto che, se avessi voluto recuperare, sarei dovuto andare dai migliori”. A 18 anni Bortuzzo aveva infatti già nuotato i 400 stile libero con un tempo di 3.47, un’ottima premessa che lasciava sperare in risultati ancora più degni di nota. Decide così di rivolgersi al Centro Federale di Ostia. “Sì, ho detto loro che ero pronto a ‘sfondarmi’ di fatica, pur di stare tra i migliori, un pesciolino in mezzo agli squali. Una promessina che voleva diventare promessa”.
Come per tutti i giovani sportivi, il suo sogno erano le Olimpiadi, e proprio per riuscire a realizzarlo decide di allenarsi con gli olimpionici, dividendosi tra il gruppo di Ostia e quello delle Fiamme Gialle, che adesso parlano di lui come di “un ragazzo volenteroso, sceso da Treviso con coraggio per investire su se stesso”.
L’unica cosa al momento certa di quanto accaduto lo scorso febbraio è che il bersaglio designato della sparatoria non doveva essere Manuel, rimasto accidentalmente vittima di un regolamento di conti con qualcun altro. Malgrado la paralisi che lo costringe sulla sedia a rotelle, Manuel non ha mai smesso di lottare, prima in clinica di riabilitazione poi in piscina, dimostrando a tutti grande coraggio nel vivere una condizione come la disabilità con solare ottimismo.
“Sto continuando ad allenarmi perché anch’io ho i miei obiettivi, continuo la fisioterapia, ma soprattutto a nuotare perché è quello che ho sempre fatto. Presto mi rivedrete in acqua anche in delle competizioni”.